C’è una frase che sentiamo spesso ed è “devo ricaricare il gas del condizionatore“. L’abbiamo ascoltata dire spesso, tanto da ritenere l’operazione di ricarica del gas come ad una normale procedura di manutenzione ordinaria.
Bene, non è così. E’ ora di sfatare questo falso mito.
Il condizionatore non ha bisogno di essere ricaricato.
Andiamo per ordine e scopriamo insieme in cosa consiste la ricarica del condizionatore.
Gas refrigerante: cos’è a cosa serve
Il gas è un elemento imprescindibile per il funzionamento del condizionatore. Vediamo perché.
Infatti, a comporre un condizionatore ci sono 4 elementi fondamentali:
- il compressore: aspira il refrigerante quando è allo stato liquido, lo comprime e lo pompa nell’impianto
- il condensatore: trasforma il gas permettendogli di assumere lo stato liquido
- l’evaporatore: è una batteria (contenuta nello split) nel quale arriva il liquido a bassa pressione
- l’organo di laminazione: è un tubo di rame molto stretto avvolto su se stesso, il gas esce da qui allo stato liquido
Infine, abbiamo proprio lui: il gas.
Questo che chiamiamo comunemente gas è un “fluido refrigerante” ed ha la funzione fondamentale di fare da termo vettore. Ne consegue che senza il condizionatore non potrebbe raffreddare e scaldare l’ambiente perché non avremmo lo scambio termico.
Vedremo nel dettaglio come funziona un climatizzatore in un altro articolo, per adesso è importante capire il ruolo svolto dal gas per chiarire quali sono i casi in cui bisogna ricaridare il condizionatore.
Il climatizzatore è un ciclo frigorifero, con questo si intende che, esattamente come avviene per il frigorifero di casa, il gas circola all’interno dell’impianto come stato liquido e gassoso. Questa sequenza si ripete, appunto ciclicamente, senza interruzione.
A questo punto la domanda è spontanea: perché allora l’impianto si svuota del gas?
Non dovrebbe succedere, il climatizzatore è pensato e realizzato per non perde gas, a meno che non ci sia un problema.
L’impianto dovrebbe essere a tenuta stagna. Il refrigerante non deve consumarsi.
Ecco perché se si riscontra una perdita questa va risolta prima di ricaricare l’impianto. In caso contrario non si verrà a capo del problema con la conseguenza di dover periodicamente acquistare il gas e pagare l’intervento.
Proviamo a valutare insieme le possibilità.
In quali casi bisogna ricaricare il gas del condizionatore
Come abbiamo detto, va fatto nei casi in cui c’è una perdita e l’impianto non è più performante come quando ci è stato installato.
Il primo sintomo di un condizionatore scarico di gas è che raffresca poco o magari non scalda.
Per verificare cosa sta succedendo bisogna sincerarsi che sia tutto in ordine.
In questo caso, si tratta di eseguire piccole verifiche di manutenzione ordinaria. Puoi aiutarti attraverso i #TermoTUTORIAL del nostro Stefano.
Una volta effettuate queste verifiche, se riscontri lo stesso problema di inefficienza, allora potresti avere una perdita all’impianto.
Molte volte le perdite sono nelle giunzioni fatte in fase di installazione. Addirittura può verificarsi nelle tubature dell’unità interna alle quali è più difficili accedere rispetto a quelle che si trovano nello split.
In altri casi, potrebbe non essere stata rispettata la specifica tecnica dell’impianto in fase di montaggio. E’ questo il caso in cui l’impianto è più lungo di quanto indicato dalla casa madre. Anche in questi casi bisognerà aggiungere il gas mancante.
Qualunque sia la ragione, la cosa importante è indviduare il problema e risolverlo.
A quel punto si dovrà controllare che l’impianto tenga, ovvero eseguire la pressurizzazione per sincerarsi che il gas resti nell’impianto. Solo dopo questa verifica potrà essere introdotto nuovamente il refrigerante.
Ripetiamo: ricaricare il gas del condizionatore non è un’operazione da svolgere ciclicamente, non è un intervento di manutenzione da fare ogni anno, oppure ogni due e così via.
Ci sono impianti ben fatti che per molti anni, anche 10, non hanno bisogno di essere ricaricati.
Come ricaricare il condizionatore
Anche in questo caso, come in altri, ci sono due strade perseguibili.
La prima è quella del fai da te, affidandosi ad appositi kit.
La seconda, che suggeriamo, è quella dell’intervento fidato di tecnici specializzati.
Ricordiamo che se il gas presenta una perdita causata da un problema tecnico, allora il ruolo di una professionista sarà quello di aiutarti a risolvere definitivamente il guasto.
Un sistema efficiente e che duri nel tempo è il risultato di:
una buona progettazione, installazione e manutenzione.
I gas fluorurati (gli F-gas, appunto) sono responsabili dell’effetto serra. Per questa ragione esiste questa certificazione che garantisce la qualità del lavoro delle professionalità che operano nel campo delle installazioni, manutenzioni, riparazioni di condizionatori ma anche frigoriferi e altri impianti simili.